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Nel frontale la moderna interpretazione dello scudo Alfa Romeo “morde” con aggressività il labbro del paraurti. La fascia neutra nella parte bassa delle fiancate come la Fiat Panda e la Ferrari BB ha la stessa motivazione funzionale di proteggere il fondo scocca.

ALFA 164

IMMAGINE E SOSTANZA

di Vittorio Falzoni Gallerani

La 164 recupera i valori Alfa Romeo del passato in un involucro singolare che veste la piattaforma Tipo 4 in comune con Fiat Croma, Lancia Thema e Saab 900. Nel cuore sportivo del modello pulsano motori con quattro o sei cilindri, con o senza turbo, benzina o Diesel, tutti al vertice per prestazioni e piacere di guida.

Non possiamo definire poco attraenti i modelli Fiat, Lancia e Saab, che precedono l’Alfa Romeo 164 sulla stessa piattaforma Tipo 4, ma lo stile dell’Alfa Romeo è il più singolare. Ed è sorprendente che nel 1981 l’Alfa Romeo, in gravi difficoltà finanziarie, abbia la determinazione di commissionare a Pininfarina una linea che riassuma la memoria storica del Marchio, esaltandone gli elementi persi nel tempo, in altre parole che non abbia nulla delle “colleghe” sulla stessa piattaforma, neppure nel giro-porta che le accomuna. La coraggiosa ricerca di un’espressività innovativa, ma nel solco della tradizione, ritarda il debutto della 164, che avviene nel settembre 1987, due anni dopo le altre, ma consente al Gruppo Fiat, che intanto ha inglobato l’Alfa Romeo, di avere in listino due ammiraglie con due personalità autorevoli ma distinte: la 164 aggressivamente sportiva e la Lancia Thema sorridentemente classica. L’autore della magnifica linea della 164 è Enrico Fumia, a nostro parere ingiustamente sottovalutato. Basta pensare che Sergio Pininfarina non lo cita nemmeno nell’intervista che rilascia al mensile Quattroruote al debutto della 164. È vero che è nel costume del Carrozziere marcare il lavoro di gruppo per fare risaltare i meriti della griffe, ma ci pare doveroso mettere in luce le trovate stilistiche di Fumia, come la particolarissima interpretazione dello scudo Alfa Romeo che “morde” il labbro del paraurti e il geniale recupero dell’unghiata laterale violenta ed esibizionista della Giulia e dimenticata nell’Alfetta...

 

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La 164 Pro-Car con i cofani separati dalla struttura portante monoscocca di honeycomb d'alluminio, rivestita di fibra di carbonio nei punti più stressati, di Nomex nei punti meno sollecitati e coadiuvata dal motore che partecipa a sopportare le sollecitazioni.

 

Articolo completo su epocAuto di Novembre

 

 

 

 

 

 

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