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Ferry Porsche alla guida della sua creatura in occasione di un raduno, parecchi anni fa.

Porsche 356. Cuore di Maggiolino

su epocAuto di maggio 2021 a firma di Marco Batazzi - 

Da un Maggiolino preparato per una corsa alla prima auto che si sarebbe fregiata del nome del suo progettista: la Porsche 356.

Il Maggiolino, anzi la «KdF-Wagen» come si chiamava nel 1938, era un’utilitaria per famiglia mossa da un piccolo motore di 985cc che sviluppava 24,5 CV. Grazie alla leggerezza e a una buona aerodinamica poteva raggiungere i 100 Km/h e mantenerli a lungo anche per la presenza di un radiatore per l’olio, cosa non comune per l’epoca.
La Propaganda tedesca faceva di tutto per promuovere il suo gioiello e volle iscriverlo al Rally Berlino-Roma previsto per il 1939.
Allo scopo vennero approntati tre esemplari che presero la sigla di Typ 60 K10 dal numero del progetto dello Studio Porsche che li aveva ideati.
Il motore originale ebbe un aumento del rapporto di compressione da 5,8 a 7,5 e con l’aiuto di due carburatori sviluppava 40 CV.
La carrozzeria, disegnata da Erwin Komenda (che aveva già realizzato la berlina) prese la forma di un coupé eccezionalmente profilato: il Cx calcolato era di appena 0,295, grazie anche alla struttura dell’abitacolo che ospitava solo due persone, con il sedile del passeggero (o copilota) arretrato di quasi 30 cm per poterlo ospitare senza essere spalla contro spalla col pilota. Per questioni di leggerezza fu usata lamiera di alluminio battuta a mano da 0,5 mm di spessore: quanto basta per rischiare di ammaccarla semplicemente sbattendo forte una portiera.
I tre esemplari furono approntati dalla carrozzeria Reutter di Stoccarda ma non giunsero mai al traguardo in quanto la corsa non venne disputata. La Germania invece di baloccarsi con queste cose aveva deciso di far precipitare il mondo nella guerra.
Come giudicare una vettura da corsa che non ha mai corso?...

 

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La 356 “Ferdinand”, sopravvissuta, è oggi al Museo Porsche.

 L'articolo completo è su epocAuto di MAGGIO

 

 

 

 

 

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