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La Lancia Fulvia 2C (Tipo 818.100) vista frontalmente. All’esterno tutti i particolari coincidono con quelli della Fulvia “monocarburatore” tranne la targhetta smaltata 2C sulla griglia, la scritta metallica 2C sulla coda e i paraurti senza rostri.

 

LANCIA FULVIA prima serie - Tradizione, innovazione e acrobazie tecniche

La Fulvia berlina nasce nel 1963 da un inedito sviluppo dell’autotelaio della Lancia Flavia e da una moderna interpretazione del classico motore Lancia V4.

Le Lancia Fulvia sono concepite senza lesinare le spese, sono ben costruite e ieri come oggi piacciono alle persone per bene che le trattano con cura, perciò sopravvivono numerose. Ciò indica l’eccezionale qualità del modello e nello stesso tempo calmiera le quotazioni, rendendole indicatissime a chi si affaccia per la prima volta al mondo del collezionismo. Signorilità e robustezza non sono da “millecento”, categoria merceologica a cui appartengono le Fulvia, ma di classe superiore. Infatti, molte parti dell’autotelaio derivano dalla Lancia Flavia 1500.
Prima di giungere a questo risultato, l’allora direttore tecnico della Lancia ing. Antonio Fessia, prova a sviluppare la nuova “millecento” dall’Appia adottando un nuovo avantreno, una nuova carrozzeria e i freni a disco. Il risultato è un’Appia carrozzata o poco più, troppo poco per la proprietà dell’azienda che, secondo tradizione Lancia, vuole innovazione tecnologica, razionalizzazione costruttiva e articolazione della gamma. I tecnici guidati da Fessia propongono allora una soluzione mista, con la trazione anteriore della Flavia e il motore derivato dall’esistente Appia Sport. Lo stesso Fessia e lo storico telaista della Lancia Romeo Romanini definiscono in tempi brevi la struttura portante, ricavandola dalla Lancia Flavia berlina con il passo accorciato. Questa piattaforma consente di razionalizzare la produzione e di praticare un’economia di scala. Per il motore, l’ing. Fessia sostiene l’idea di un boxer semplificato o, in alternativa di un V4 derivato dall’Appia Sport. Il motorista Ettore Zaccone Mina, depositario della tradizione Lancia, pensa invece a un nuovo V4 con due alberi a camme in testa, che interpreti modernamente la tradizione della Casa. Gli studi preliminari rivelano che il costo del motore boxer è eccessivo, mentre di eccessivo nel V4 bialbero c’è l’ingombro in altezza che impedisce di collocarlo nella piattaforma prescelta...

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Una Fulvia GT (Tipo 818.200) vista di trequarti anteriore. A parte le scritte identificative, la carrozzeria è identica a quella della 2C. Nella meccanica cambia la cilindrata:1231 cc che rendono possibili 80 CV. Nella foto, che è recente, la vettura ha il retrovisore esterno non presente all’epoca.

Articolo completo su epocAuto di SETTEMBRE 2023 a firma di Elvio Deganello

 

 

 

 epocauto 5 2023

  

 

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